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La storia di Artù

"Il mio cuore ha smesso di battere con lui" La storia di Artù L’inizio: quando un cane ti salva davvero Artù ed io ci siamo incontrati...
La storia di Artù

"Il mio cuore ha smesso di battere con lui" La storia di Artù

L’inizio: quando un cane ti salva davvero


Artù ed io ci siamo incontrati per la prima volta il 17 luglio del 2010.
È stato in quel giorno d’estate che siamo andati a prenderlo, i miei genitori avevano scelto di regalarmi un cane perché stavo attraversando un periodo molto difficile della mia adolescenza.
I miei compagni di classe mi prendevano in giro, anche perché all’epoca portavo un busto correttivo per la scoliosi. Per cui, oltre al problema di salute (che pesava non poco sulle già di per sé esistenti insicurezze di una ragazzina di 14 anni), c’era anche il disagio di dover affrontare ogni giorno gli scherni dei miei coetanei.
Artù è quindi entrato nella mia vita come dell’acqua per un assetato, o come una brezza fresca per chi è atterrito dal caldo.
"È stato la mia stampella emotiva, lo scoglio dove potevo aggrapparmi quando tutto andava male."

Un legame indissolubile, giorno dopo giorno


Siamo cresciuti assieme, abbiamo vissuto 15 anni di vita sempre insieme, una simbiosi l’uno dell’altro.
Dove c’ero Io c’era anche Artù, sempre. Lo portavo ovunque con me.
Poi sono dovuta partire per l’università, perché la facoltà di veterinaria non c’era dove vivevo. Così i primi due anni li ho passati in Sardegna, con Artù sempre al mio fianco.
Quanti viaggi in nave abbiamo fatto! E lui vegliava sempre su di me, vigile, perché nessuno
importunasse o si approfittasse di quella giovane ragazza un po’ inesperta della vita fuori casa.
Poi dalla Sardegna mi sono trasferita a Padova per proseguire gli studi, anche in questo caso Artù era al mio fianco.
Lo portavo anche a lezione insieme a me.

Lui c’era sempre: anche nei momenti più importanti


Ho finito il mio percorso, mi sono laureata e anche in uno dei giorni più importanti per me (la laurea, appunto) Artù c’era.
Sono rimasta a vivere in Veneto, dove ho conosciuto il mio compagno con cui ho instaurato una convivenza.
Non era difficile per Artù farsi amare, era un cane speciale, così è stato accolto da subito a
braccia aperte (anche perché non lo avrei mai lasciato).

Gli anni passano, l’amore resta


Gli anni sono passati e hanno cominciato a pesare sul fisico di Artù, che ha cominciato ad avere difficoltà a muoversi.
Mi sono rivolta a tanti colleghi per trattare i suoi dolori e ogni settimana lo portavo a fare
fisioterapia e agopuntura.
Tra alti e bassi e alcuni acciacchi legati all’età (di cui mi occupavo prontamente essendo del
mestiere), siamo arrivati a 15 anni di vita insieme.
Mi sono dedicata a lui totalmente, al meglio che ho potuto, per cercare di restituirgli tutto l’amore che lui mi ha dato.
L’ho amato tantissimo, dal primo giorno fino all’ultimo istante passato assieme.

L’ultimo saluto: un dolore che non passa


Anche questo è stato un momento interamente nostro e intimo.
Gli ho sussurrato che sapevo che era molto stanco, che avrei capito se fosse giunto il momento di lasciarmi, che andava bene, che ero pronta (anche se non era vero, era una bugia bella e buona).
Si è addormentato, da solo, tra le mie carezze, i miei baci, il 15 aprile 2025.
Quel giorno, insieme a lui, anche il mio cuore ha smesso di battere.
È stato ed è tutt’ora un dolore indescrivibile, per me è come se avessi perso un fratello.
Spero solo con tutto il cuore che gli sia arrivato tutto il mio amore e che, ovunque sia ora, mi aspetti per ricongiungerci un giorno, per sempre.

Perdere un cane è come perdere una parte di te


Chi ha vissuto un legame così profondo con il proprio animale capisce bene quanto la perdita di un cane possa essere devastante.
Non è solo un animale domestico. È famiglia.
È una parte viva del nostro cuore.
Rebecca